La nassa, utilizzata per pescare il parapandalo, un gamberetto rosa che si nasconde tra anfratti e grotte marine, nasce dall’abilità artigianale e dal tempo, intrecciando rami di mirto e giunco. Salvatore Amoruso, 72 anni, è uno degli ultimi artigiani a Marina della Lobra, un piccolo villaggio di marinai e pescatori situato a circa due chilometri dal centro di Massa Lubrense, che mantiene viva questa antica tradizione.

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Alla Scoperta della Penisola Sorrentina: Villaggi, Baie e Isolotti

Marina Lobra: Un Gioiello Nascosto

Marina Lobra è un pittoresco villaggio caratterizzato da un labirinto di casette ammassate, vicoli stretti e scalinate che conducono fino alla chiesa cinquecentesca dedicata alla Madonna della Lobra. Qui, si trovano alcuni ristoranti sul mare e un piccolo porto, punto di partenza per escursioni lungo la costa e verso lo Scoglio del Vervece, rinomato per le immersioni.

Nel suo magazzino vicino alla spiaggia, Salvatore Amoruso racconta: “Per intrecciare una nassa servono quasi cinquemila nodi e un’intera giornata di lavoro”. Questo strumento di pesca artigianale, con la sua caratteristica forma a zucca e un’apertura a imbuto, è progettato in modo che la preda possa entrare ma non più uscire.

Le nasse vengono calate in mare al calar della sera, raggiungendo profondità fino a 70 metri, per poi essere recuperate al mattino. “Le notti senza luna sono le migliori,” svela Tonino Morvillo, veterano del mare con oltre quarant’anni di esperienza a bordo del suo gozzo in legno, la Santarosa, “perché il gamberetto evita la luce”.

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Alla Scoperta dell’Area Marina Protetta di Punta Campanella

Uno dei pochi pescatori della Penisola Sorrentina a praticare una tecnica di pesca secolare, tutelata da Slow Food, è incoraggiato dall’area marina protetta di Punta Campanella. Quest’oasi naturale si estende per 42 chilometri lungo la costa da Sorrento a Positano, combinando storia, mito e una natura lussureggiante. Il consorzio di gestione, composto da sei comuni, promuove progetti di educazione ambientale e un turismo ecocompatibile.

Lo Scoglio del Vervece

Per chi ama le immersioni e lo snorkeling, lo Scoglio del Vervece è un vero paradiso. Situato a circa mille metri dal porticciolo di Marina della Lobra, questa zona A di riserva integrale è un santuario marino sorvegliato da una Madonnina a 12 metri di profondità. Qui, i sub possono esplorare praterie di posidonia, coralli e una vivace fauna marina.

In superficie, il panorama è altrettanto affascinante, con falesie rocciose, torri di avvistamento cinquecentesche e testimonianze archeologiche come il Tempio di Minerva, situato sul promontorio di Punta Campanella oltre duemila anni fa.

Resti Romani e Fiordi Naturali

Lungo la costa si trovano resti di ville romane, tra cui quella di Pollio Felice a Regina Giovanna e la domus marittima di Crapolla. Le insenature naturali di Mitigliano, Ieranto, Recommone, Crapolla, e le isole di Isca, Li Galli e Vetara, offrono scenari mozzafiato. Informazioni su tour in barca, immersioni e snorkeling per adulti e bambini sono disponibili sul sito web dedicato.

Marina del Cantone e Crapolla

La pesca è praticata tra marzo e giugno nelle acque di Marina del Cantone e Crapolla, lungo il versante meridionale della Costiera Sorrentina, una delle aree più belle d’Italia per la sua storia, paesaggio e biodiversità.

Il Fiordo di Crapolla e l’Isolotto di Isca

Il fiordo di Crapolla è un gioiello nascosto, quasi segreto, accessibile via mare o attraverso un impegnativo sentiero che parte dalla frazione di Torca. Questo percorso di 700 gradini in pietra calcarea, immerso nella macchia mediterranea, offre vedute spettacolari su Capri e sulle isole di Li Galli, Isca e Vetara, fino alla cappella di San Pietro. Ogni anno, il 29 giugno, i fedeli raggiungono la cappella in processione all’alba.

Proseguendo, si arriva a una spiaggia di ciottoli dove gli antichi insediamenti dei pescatori sono ancora visibili, con i monazeni incastonati nella roccia, un tempo usati come alloggi e magazzini per le reti. Sulle stesse coste, i patrizi romani avevano costruito sontuose ville marittime con approdi e ninfei.

L’Isola di Isca

Sull’isolotto di Isca, a 200 metri dalla costa, sono evidenti tracce di mura romane. Eduardo De Filippo, stregato dalla bellezza selvaggia di Isca, la acquistò nel 1950, facendone il suo rifugio per quasi vent’anni. Dal 2022, l’isola è al centro di un progetto di restauro e valorizzazione curato dai nuovi proprietari in collaborazione con la Soprintendenza archeologica e il Consorzio di gestione dell’area marina protetta.

Secondo Mariano Nuzzo, soprintendente del progetto, “L’isola di Isca sarà presto accessibile al grande pubblico.” Il restauro della casa appartenuta a De Filippo, con il suo studio e una terrazza affacciata sul mare, sarà completato entro il 2025, offrendo soggiorni esclusivi.

La Romantica Baia di Recommone

Nell’attesa, è possibile prenotare una delle cinque camere di Conca del Sogno, un approdo romantico nella vicina Baia di Recommone. Quest’insenatura appartata, protetta dai venti e immersa nella natura rigogliosa, è raggiungibile con un barchino dalla Marina del Cantone o a piedi in circa 15 minuti lungo un sentiero che segue la costa.

Qui si trovano una piccola spiaggia libera e un esclusivo beach club ricavato nella roccia, con camere e ristorante.

Calette e Anfratti da Sogno

Oltrepassando Punta della Campanella, la costa si apre su calette e anfratti di bellezza quasi surreale: la selvaggia Cala di Mitigliano, la Baia delle Sirene attrezzata con lettini e ombrelloni, e gli scogli dello stabilimento balneare Capitan Cook, raggiungibili via sentieri o via mare, offrono un’esperienza unica immersa nella natura.

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Dal Mare alla Campagna: Esplorando la Penisola Sorrentina

La Penisola Sorrentina è un intreccio di mulattiere e vie verticali che collegano mare e campagna. Mimmo De Gregorio, oste e contadino di nuova generazione, coltiva il suo orto a Sant’Agata sui Due Golfi a piedi nudi, “perché i piedi devono sentire la terra”. Attraverso Internet, vende i suoi prodotti e quelli di altri artigiani locali, creando una rete di eccellenze del territorio.

Appassionato del gamberetto di nassa, Mimmo è un indiscusso cultore di questo prodotto. Nella sua osteria di famiglia, Lo Stuzzichino, con i genitori ai fornelli, propone una cucina semplice ma ricca di sapori autentici. “Il gamberetto rosa viene saltato in padella con olio e pepe per pochi istanti, ma crudo, appena pescato, ha un gusto unico”, spiega.

Pesce Azzurro: Un Tesoro Prezioso

Il pesce azzurro, considerato un tesoro della Penisola Sorrentina, è minacciato dalla pesca intensiva e dai predatori naturali. Negli anni Ottanta, Alfonso Iaccarino, chef del ristorante stellato Don Alfonso 1890, è stato il primo a valorizzare il pesce bandiera (o sciabola), spesso scartato. “Dietro il pescato povero, come alici, aguglie e sgombri, ci sono storie, famiglie e tradizioni che rischiano di scomparire”, sottolinea Iaccarino, che ha sempre difeso il patrimonio culinario e culturale del territorio.

Sostenibilità: Un Impegno Costante

La sostenibilità è un valore fondamentale in tutta la Penisola Sorrentina, con comuni che si distinguono per pratiche virtuose. Il paesaggio storico, con i suoi giardini di limoni e uliveti, è un patrimonio identitario protetto, caratterizzato da terrazzamenti che si estendono fino al mare, muri a secco e pergole in castagno con reti scure per proteggere i frutti dal vento.

Scoprire Sorrento

Sorrento è stata una delle prime città italiane a limitare l’uso di plastica monouso con un’ordinanza nel 2021. Nonostante l’intensa urbanizzazione, Sorrento riesce ancora a rivelare angoli intimi e nascosti come Hortus, un nuovo ristorante con soli sette tavoli immersi in un giardino botanico, dove fiori ed erbe officinali ispirano una cucina che va “dal prato al piatto” in un’atmosfera incantevole.

La Marina Grande di Sorrento, nonostante il nome, mantiene il fascino di un piccolo borgo di pescatori, con l’antica porta ad arco in tufo che dà accesso alla spiaggia e la chiesa di Sant’Anna, la patrona del villaggio, celebrata il 26 luglio. Qui, nel 1955, Dino Risi girò scene memorabili del film Pane, amore e… con Sophia Loren e Vittorio De Sica.

La dolce vita di quegli anni rivive a Sant’Agnello, un’oasi di dimore aristocratiche, hotel storici e giardini a picco sul mare. Una delle più celebri tenute è Il Pizzo, una proprietà di 16 ettari con agrumeti, uliveti, terrazze e case coloniche. La villa liberty di Antonietta Lauro, sorella del famoso comandante Achille Lauro, è oggi un hotel di charme, l’Hotel Mediterraneo, gestito con cura dai nipoti di Antonietta, i fratelli Pietro e Francesco Monti.

Il rooftop dell’hotel, con una vista mozzafiato sul golfo di Napoli, è il luogo ideale per un aperitivo al tramonto. La spiaggia La Marinella, in stile anni Cinquanta, si trova ai piedi del costone roccioso e si può raggiungere tramite scale o ascensore dalla piazzetta omonima.

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Tappa nelle Frazioni di Vico Equense e Meta di Sorrento

In pochi minuti si lascia la costa e si sale verso le colline dei Monti Lattari, che dominano la Penisola Sorrentina. Qui, tra la frescura delle alture, si trovano percorsi meno battuti e prezzi più accessibili rispetto alla costa.

Le antiche mulattiere si sono trasformate in stradine ripide, dove persino i navigatori satellitari fanno fatica a orientarsi. Questo è il fascino di questi luoghi: casali antichi immersi tra boschi e terreni coltivati, lontani dal caos costiero.

Le frazioni di Vico Equense e Meta di Sorrento rappresentano un mondo a sé, dove la vita è semplice e genuina. Si viene qui per sfuggire al frastuono della costa, dimenticare l’orologio e spegnere il telefono.

Peppe Guida, rinomato chef di Vico Equense, ha compreso a fondo questo spirito. Sul promontorio di Montechiaro, ha restaurato un vecchio casale trasformandolo in Villa Rosa, un angolo di pace immerso nella natura. Conosciuta per “l’orto più panoramico del mondo” e per i suoi profumati roseti, Villa Rosa è un rifugio dove rigenerarsi, godendo di silenzi, panorami mozzafiato e sapori che rimangono impressi nella memoria.

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Un Angolo di Paradiso tra Vigne e Mare

In questo luogo incantevole, le camere sono sparse tra vigneti e giardini, offrendo agli ospiti un’esperienza unica. Qui, troverete una bio-piscina, un pensatoio, un forno a legna e una cucina accogliente.

La colazione è un vero e proprio inno ai sensi: pizza appena sfornata, latticini freschi da un caseificio locale, uova fritte con melanzane, biscotti fatti in casa, marmellate di agrumi, miele, pane caldo con pomodoro appena colto, olio d’oliva e origano. A pranzo e a cena, il rituale si ripete: non si ordina, ma si ricevono prelibatezze servite in piatti vintage, zuppiere di ceramica e porcellane spaiate. Il tutto accompagnato da caraffe di vino bianco e rosso con percoche, creando un’atmosfera che fa sentire come a casa di un caro amico. L’unica cosa da fare è lasciarsi andare e godere del momento.

Dall’alto, si ammira la costa con la Punta Scutolo e la sua torre di guardia che emerge in un mare verde di ulivi. A breve distanza si trova la Marina di Seiano, o Marina d’Aequa, la spiaggia di Vico Equense. Questo piccolo villaggio, con le sue case colorate, reti da pesca ammassate e gatti che sonnecchiano al sole, offre uno scenario da cartolina. Qui si trovano anche un porticciolo turistico, il molo dei pescatori, un paio di piccoli alberghi e il leggendario stabilimento balneare Le Axidie, presente dal 1957.

Sulla banchina, il peschereccio di Marcello Staiano, con i suoi capelli corvini e la pelle bruciata dal sole, è il simbolo di una tradizione che resiste nel tempo. Di sera, Marcello esce in solitaria a caccia di sgombri, aguglie e orate; di giorno, invece, si dedica al pescaturismo e ha creato, insieme ai colleghi della cooperativa San Francesco di Paola, il “Cuoppo e non solo”. Questo progetto offre il pescato del giorno fritto e altri sfizi di mare da asporto: dalle acque del golfo direttamente alla tavola. Lo si può trovare al molo di sopraflutto, con la sua barca chiamata Scirocco. Se questo non bastasse, ci si può lasciar guidare dal profumo irresistibile che emana.

 

Fonte: viaggi.corriere.it